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Attraverso le domande non sarà in alcun modo possibile la formulazione di diagnosi, la prescrizione di farmaci o chiarimenti sulle cure eseguite.
FAQ
Qui puoi trovare le risposte alle domande più comuni sul tema Fibrosi Cistica
Qualità della vita
Non è prudente, perché sotto il sole si può sudare molto e con il sudore perdere molto sale, correndo il rischio di una “disidratazione da perdita di sale”. È prudente invece andare al mare nelle ore meno calde. Bisogna ricordare anche che l’eccessiva esposizione alla luce solare può dare irritazione alla pelle (fotosensibilità) quando si assumono alcuni farmaci (ad esempio, alcuni antibiotici detti chinolonici).
I sintomi della disidratazione con perdita di sale sono debolezza, facile affaticabilità, capogiri, cefalea, labbra e mucose secche, sonnolenza, nausea, perdita di peso. Per prevenire questi disturbi, bisogna aumentare l’apporto di sale e acqua (salare i cibi più degli altri familiari, assumere acqua durante i pasti ma anche in vari momenti della giornata). Durante l’attività fisica e quando fa molto caldo, si può ricorrere anche a gradevoli bevande zuccherate che contengono oltre al cloruro di sodio anche sali di potassio.
Un calo della saturazione nel sonno al di sotto del 90%, protratto per più ore, è responsabile di affaticamento cardiaco e insufficiente ossigenazione dei tessuti. Può dare mal di testa al risveglio, stanchezza e svogliatezza durante il giorno. Questa condizione si verifica però solo in presenza di una grave infezione respiratoria o negli stadi molto avanzati della compromissione polmonare. Il mal di testa potrebbe essere invece la spia di una sinusite, assai frequente in FC.
Nella FC le infezioni virali (raffreddore, influenza e altre forme respiratorie simili) possono essere più aggressive, su un polmone particolare predisposto a complicazioni. I virus, trasmessi da compagni o familiari, aumentano lo stato infiammatorio già presente nel polmone FC; aumentano così le secrezioni e diventa più facile l’impianto di batteri. Si dice che “i virus aprono la strada ai batteri”. La semplice infezione virale pertanto si può complicare in infezione batterica (risvegliando eventualmente l’aggressività di batteri che ”dormivano” nell’albero respiratorio) e può essere anche necessario utilizzare antibiotici mirati sui batteri presenti nelle colture dell’escreato, e intensificare le cure respiratorie di base (lavaggi nasali, aerosolterapia, fisioterapia respiratoria).
Alimentazione
Succede che quello che si mangia non viene digerito, quindi non può essere assorbito dall’intestino e viene perduto con le feci. In pratica è come se non si mangiasse, o si mangiasse molto poco, perché le sostanze nutritive (in buona parte) vengono perdute. Senza enzimi vengono digeriti male in particolare i grassi, ma anche, seppure in minore misura, le proteine e gli zuccheri composti (gli amidi, costituiti da un insieme di molecole di glucosio). Il segnale di tutto questo è la pancia che fa male, ed è gonfia per la grande quantità di aria (meteorismo) e il bisogno di scaricarsi più frequentemente. Le feci sono più voluminose, untuose e con un odore particolarmente cattivo, per la presenza di sostanze non digerite. Naturalmente, “saltare” occasionalmente gli enzimi non porta conseguenze importanti, ma se il fatto si ripete si corrono dei rischi: soprattutto quello di perdere peso e di impoverire l’organismo di sostanze vitali per la crescita e per il buon funzionamento degli organi e delle difese contro le infezioni. Si può anche andare incontro a fenomeni di ostruzione intestinale: i cibi poco digeriti e la presenza di un muco intestinale molto denso e asciutto possono bloccare il normale scorrimento delle feci nell’ultimo tratto dell’intestino tenue; perciò la pancia si gonfia, fa male ed è difficile scaricarsi.
Gli unici cibi che si possono assumere senza gli enzimi pancreatici sono la frutta, i succhi di frutta, le verdure non condite con grassi, lo zucchero, il miele, le marmellate, le caramelle di zucchero, le bevande acquose.
Anche in quelli che hanno insufficienza pancreatica, cioè che hanno un pancreas con funzione esaurita (sono la maggior parte dei soggetti con FC) ci sono comunque dei meccanismi “individuali” dell’apparato digerente che, in grado diverso da caso a caso, riducono o accentuano gli effetti dell’insufficienza. Per questa ragione, nel decidere il dosaggio degli enzimi si valutano in ogni singolo caso i grassi perduti con le feci. I malati in cui il pancreas funziona (si parla di sufficienza pancreatica, sono circa il 10%) non hanno bisogno di prendere enzimi per bocca.
È importante assumere una quantità di calorie più elevata di quella dei coetanei, e abbondare nei grassi: un grammo di grasso fornisce più del doppio di calorie rispetto ad un grammo di proteine o di amido o di zucchero. Tra i grassi vanno preferiti quelli vegetali: olio d’oliva, ma anche una quota di olio di semi (girasole o mais). Per aumentare le calorie bisogna usare alcuni accorgimenti: per esempio condire molto i cibi, non aver paura di consumare cibi fritti (possibilmente con temperature non troppo elevate dell’olio di frittura), far uso di dolci, formaggi di ogni genere, insaccati, frutta secca. Oltre ai pasti principali è utile fare degli spuntini a metà mattina e a metà pomeriggio e magari anche alla sera, prima di coricarsi. Andrebbe molto curata anche la varietà e l’appetibilità dei cibi, dunque il modo di presentarli, tenendo anche conto che l’ostacolo principale ad una alimentazione sostenuta può essere l’inappetenza, ad esempio in caso di infezione respiratoria. Poco raccomandati sono invece gli “integratori” alimentari (in genere preparati in polvere o in bevande dense ad alta concentrazione calorica): non perché facciano male, ma perché rischiano di “medicalizzare” inutilmente l’alimentazione. La loro scarsa utilità è dimostrata anche da studi clinici. Il cibo non dovrebbe essere vissuto come una medicina ma come un piacere da coltivare. Eccezionalmente, nei casi di forte malnutrizione con difficoltà ad assumere sufficienti calorie, si arriva a proporre una nutrizione artificiale con speciale tubicino inserito nello stomaco
Attività fisica
Si possono praticare tutti gli sport, ad eccezione di quelli denominati “estremi”, e non ce n’è uno più indicato di altri. È meglio scegliere uno sport che piace e adatto alle proprie forze. Alcuni scelgono gli sport di gruppo, dove c’è sempre un certo grado di competizione, altri preferiscono gli sport individuali, come il nuoto, la corsa, il ciclismo, lo sci, dove la competizione è soprattutto con sé stessi.
Solo alcuni casi particolari richiederanno una valutazione attenta da parte del medico. Ad esempio, in presenza di asma da sforzo o, più generalmente, di una aumentata reattività bronchiale con crisi scatenate dallo sforzo, si valuterà l’opportunità di alcuni sport che non richiedano sforzo continuato ma solo intermittente ed eventualmente l’utilizzo di broncodilatatori prima dell’attività fisica. Sono sconsigliati gli sport da contatto (boxe, lotta) in pazienti con fegato e milza aumentati di volume. Per gli sport subacquei esistono rigorosi criteri di ammissione che sono validi per tutti e dunque anche per chi ha la FC, mentre gli sport in alta quota sono controindicati se la funzionalità respiratoria non è buona e nel sangue vi è diminuzione di ossigeno. Sconsigliati certamente gli sport “estremi” (il deltaplano, il jumping, ecc.).
Non c’è una risposta valida per tutte le persone con FC e per tutte le forme di FC e per tutti gli sport confrontati con tutte le varie modalità di fisioterapia. Non esistono nemmeno evidenze scientifiche decisive sull’argomento. Sia la fisioterapia respiratoria che lo sport migliorano i normali meccanismi di rimozione delle secrezioni bronchiali. L’ideale è combinarli insieme. Certamente, chi pratica abituale attività fisico-sportiva può avere meno bisogno di fisioterapia.
È molto importante seguire un programma di allenamento allo sforzo con l’aiuto del fisioterapista del centro, sia perché l’attività sportiva aiuta moltissimo nel meccanismo di eliminazione delle secrezioni polmonari, sia perché permette un progressivo maggior adattamento all’impegno muscolare con miglioramento generale di tutte le prestazioni fisiche. Tuttavia, quando possibile, è preferibile esercitare i muscoli con attività libere all’aria aperta rispetto all’impiego di strumenti (cyclette o simili) che, alla lunga, sono noiosi e poco gratificanti.
Cura
È importante adattare il più possibile il programma al proprio stato di salute, alla propria esperienza: ognuno di noi conosce il proprio corpo e sa valutare i segnali che ci manda. Quindi, il programma va “personalizzato”. Nei bronchi c’è normalmente una minima quantità di secrezioni fluide e scorrevoli, che vengono deglutite spontaneamente senza che il soggetto se ne accorga. Nel malato di fibrosi cistica queste secrezioni sono più dense e in maggior quantità e tendono ad accumularsi, favorendo l’impianto dei batteri e di conseguenza le infezioni respiratorie. La fisioterapia affianca e rinforza il meccanismo naturale di rimozione delle secrezioni anche quando non si avverte la presenza di catarro. L’importante è non decidere da soli il “proprio” programma, ma parlarne con gli esperti, essere molto franchi con loro su ciò che realmente si fa o non si fa, modificare il programma in relazione agli effetti.
No, perché l’aerosol, a seconda del farmaco utilizzato, ha diverse funzioni, ma mai quella di rimuovere direttamente il muco. L’aerosol può servire a inalare farmaci che hanno lo scopo di fluidificare il muco, o soluzioni saline “ipertoniche” (acqua con sale in alta concentrazione) per idratare il muco e renderlo quindi più scorrevole, o ancora antibiotici per ridurre la presenza di batteri nelle vie aeree. Ma la rimozione delle secrezioni si ottiene solo con la fisioterapia, inclusa la pratica dei respiri prolungati ed espettorazione con tosse assistita: l’educazione alla tosse è l’azione più importante.
Il naso chiuso, con scolo di muco, è un sintomo abituale della rino-sinusite. Si cura con l’irrigazione di soluzione fisiologica o anche di salina ipertonica, per rimuovere le secrezioni e decongestionare le mucose nasali. L’inalazione di acque sulfuree impiegate negli stabilimenti termali non è dannosa, ma non vi sono studi che dimostrino che essa sia più efficace e sicura, rispetto all’inalazione delle semplici soluzioni saline o di sostanze mucolitiche, nel rendere le secrezioni nasali più fluide e quindi più facilmente eliminabili. Inoltre, essendo le terme frequentate anche da persone affette da malattie respiratorie, ci può essere sempre il rischio di contrarre infezioni da batteri che possono contaminare gli apparecchi per aerosol.
Una caduta dei valori spirometrici testimonia in genere una esacerbazione respiratoria: il recupero dei valori di partenza indica l’efficacia del trattamento, mentre la mancanza di recupero o un insufficiente recupero suggeriscono di proseguire o di aggiustare la terapia. La stabilità dei valori spirometrici nel tempo indica una situazione respiratoria in equilibrio (“in compenso”, all’opposto di “situazione scompensata”). La spirometria l’esame più usato per valutare il buon funzionamento dell’apparato respiratorio. Si impiega uno strumento (spirometro), nel quale si respira con certe modalità, per misurare i volumi di aria che il polmone è in grado di introdurre e di espellere con un atto respiratorio completo e in genere “forzato”, cioè eseguito al massimo delle capacità.
Sfera emotiva
Sì, perché l’apparato riproduttivo femminile (ovaio, tube e utero) e i meccanismi ormonali che portano all’ovulazione (produzione ed emissione di cellule uovo) e alla gravidanza sono in genere normali. Solo se si ha un peso molto basso e una situazione nutrizionale molto scadente può cessare l’ovulazione e quindi la possibilità di rimanere incinta. Quindi, se si hanno rapporti sessuali, sia saltuariamente che in maniera stabile, e si vuole evitare una gravidanza indesiderata, è necessario adottare metodi contraccettivi sicuri.
Progettare il domani fa parte del mestiere di vivere in qualunque condizione ci si trovi. La fibrosi cistica fa parte della vita di chi ce l’ha, ma non è tutta la sua vita. Quindi, non bisogna porsi dei limiti in partenza, ma nutrire dei progetti, coltivarli con determinazione e atteggiamento positivo e cercare, strada facendo, di capire quali sono realizzabili.
La statura definitiva dipende soprattutto da quale “bersaglio genetico” il nostro corpo è orientato a raggiungere. Il bersaglio genetico dipende dalla statura dei genitori e dai geni riguardanti la statura che i genitori hanno trasmesso. Per conoscere il bersaglio genetico, ci sono delle tabelle statistiche che il medico può consultare, in base alle quali, tenendo conto dell’altezza dei genitori, è possibile una previsione approssimata della statura raggiungibile dal figlio o dalla figlia. Più spesso la bassa statura è legata a uno stato nutrizionale scadente o a una difficile situazione respiratoria. Perciò è con il miglioramento della malattia FC che si può migliorare la statura. In alcuni casi molto rari può essere carente un ormone chiamato “ormone della crescita” (GH): solo in questi può essere avviata una terapia con la somministrazione di questo ormone. L’uso del GH in fibrosi cistica senza che ci siano esami che provino la sua carenza, è ancora molto controverso.
Per un adolescente è fondamentale avere un’immagine positiva del proprio corpo, accettare il processo di cambiamento e poter confrontare questo cambiamento con quello degli altri della stessa età. La malattia può ostacolare questo processo e far affiorare il timore che non possa avvenire come nei coetanei (può esserci nei maschi il timore di non raggiungere una statura adeguata, oppure di avere una scarsa muscolatura). È importante riuscire a parlare di questi timori, ed essere ascoltato, rassicurato, mai giudicato. Un maschio è facilitato nella pratica di qualche sport perché l’immagine desiderata del corpo maschile è quella di un corpo atletico e prestante e lo sport è visto come il mezzo per raggiungere questo obiettivo. Le ragazze subiscono invece la pressione sociale per cui “bellezza= magrezza”, concetto in contrasto con i suggerimenti dei curanti orientati ad un’alimentazione ipercalorica. Questo può essere causa di conflitto. Anche qui è necessario un intervento specifico della dietista e della fisioterapista per fornire informazioni e suggerimenti che tengano conto della necessità di “comporre” esigenze di varia natura.
Complicanze
È raro, ma possibile, che il diabete si manifesti anche in presenza di un pancreas sufficientemente funzionante.
No, un’alimentazione ipercalorica, fortemente raccomandata in FC, non è assolutamente un fattore di rischio per il diabete.
La rottura di una piccola arteria della parete di un bronco, specie in una zona dove il bronco è dilatato (bronchiectasia) e infiammato, può provocare la presenza di sangue nell’espettorato. Può trattarsi di qualche striatura di sangue nello sputo, o anche l’emissione con la tosse di una piccola quantità di sangue puro. È un fatto che spaventa molto, anche perché è spesso inaspettato e dà la sensazione di non poter essere controllato. In realtà, nella maggior parte dei casi si “autolimita”, cioè scompare da solo, e raramente ha una durata prolungata e necessità di terapia. Non va comunque trascurato e va sempre riferito al Centro.
Chi sceglie di fare il trapianto polmonare non avrà in genere più bisogno di fare fisioterapia drenante perché i polmoni trapiantati non hanno la fibrosi cistica. Dopo il trapianto c’è comunque la necessità di pratiche di riabilitazione. Il trapiantato, una volta superato l’impatto dell’intervento chirurgico e del periodo post-operatorio, potrà fare una vita “normale” con normali prestazioni (attività fisica, lavoro, studio,
ecc.). Dovrà però assumere una terapia continua, in genere per bocca per evitare il rigetto del polmone nuovo, e sottoporsi a controlli periodici. L’insufficienza pancreatica ovviamente rimarrà e dunque rimarrà la necessità di enzimi pancreatici.
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