Fisioterapista, A.O.U. “Federico II” (Napoli)
Questo passaggio da un Centro FC all’altro serve ad aiutare l’adolescente a iniziare una vita produttiva e a raggiungere un’integrazione sociale adeguata nel mondo degli adulti.
Tuttavia, non c’è dubbio che la transizione è un periodo stressante per pazienti e per le famiglie, per alcuni di voi anche solo l’idea di dover cambiare il team di cura e i locali che vi hanno accolto fin da bambini può destabilizzare e sconvolgere la routine di cura.
Il passaggio da un Centro pediatrico a quello adulto desta nei genitori non poche preoccupazioni significative per quanto riguarda la capacità dei loro figli di prendersi cura della propria malattia. Questo è ancora più vero, se la malattia è in uno stato avanzato.
I fattori che possono ritardare il passaggio a un Centro adulto possono essere proprio la resistenza familiare, la gravità della malattia e un ritardo dello sviluppo.
Non esiste l’età giusta per iniziare il processo di transizione ma scuramente iniziare a conoscere e quindi ad interagire con lo staff degli adulti verso i 16 anni sembra essere il modello più utile e più proficuo in termini di fiducia verso il nuovo Centro.
- Per la fisioterapia
I fisioterapisti di entrambi i Centri sono in continuo contatto sia per scambiarsi programmi, linee guida e sia per condividere informazioni rispetto alla terapia del singolo paziente.
I programmi riabilitativi non cambieranno da Centro a Centro siano essi pediatrici che adulti ma soprattutto sono gli stessi in ogni centro di riferimento dell’Italia.
In conclusione la transizione dovrebbe essere un processo pianificato, coordinato e graduale.
Il processo deve coinvolgere il giovane con la Fibrosi Cistica e la sua famiglia in modo comunicativo.
La cooperazione tra il personale fisioterapico dei Centri per adulti e pediatrici è essenziale per una transizione di successo.
Mangiare correttamente: un ulteriore impegno nella quotidianità di un paziente con fibrosi cistica
Dott.ssa Assunta Celardo – L’aumento della sopravvivenza e il miglioramento della qualità di vita impongono dei cambiamenti nella gestione della Fibrosi Cistica e questo è valido anche per la dieta.
L’impatto psico-fisico della cura CFTR
di: Dr.ssa Elena Spinelli MEDICO PEDIATRA E PAZIENTI ADULTI, SSI FIBROSI CISTICA – AUSL DELLA ROMAGNA (CESENA) “Sono depresso: sarà colpa della nuova cura?” La depressione