Estate, tempo di vacanze, tempo di viaggi, anche viaggi in aereo. Ecco qualche consiglio generale per chi ha la Fibrosi Cistica.
- Posso prendere l'aereo?
In condizioni normali (in assenza di emergenza sanitaria Covid-19), puoi prendere tranquillamente l’aereo se la tua funzionalità respiratoria e l’ossigenazione del sangue sono buone o discrete.
- Se ho in atto un’esacerbazione respiratoria, conviene che rimandi il viaggio a dopo la risoluzione del fatto acuto?
La questione cambia quando la situazione polmonare è più seria. Il volo ad alta quota può indurre ipossiemia, vale a dire diminuzione della concentrazione di ossigeno nel sangue arterioso (PaO2), a causa della bassa pressione atmosferica che viene realizzata nella cabina dell’aereo, in modo simile a un soggiorno in alta montagna, sui 2000 metri. Se chi viaggia ha già una bassa concentrazione di ossigeno nel sangue, questa cala ulteriormente e possono insorgere disturbi, come fatica a respirare, nausea, vomito, mal di testa, o eccezionalmente delle complicanze più serie come l’edema polmonare e l’edema cerebrale.
- Esistono delle linee guida cliniche da osservare?
Le esperienze fatte e gli studi eseguiti stanno a indicare che questi disturbi si verificano assai raramente in FC perché, proprio quando la malattia broncopolmonare è seria, il malato si è come “adattato” ad una cronica ipossiemia e la tollera meglio dei soggetti che la sperimentano in maniera acuta e improvvisa. Però è anche opportuno essere prudenti, perciò la raccomandazione è che se devi affrontate un viaggio aereo devi adottare precauzioni particolari se hai una PaO2 che in condizioni di sforzo scende a valori inferiori a 50 mm di mercurio, con una saturazione dell’ossiemoglobina inferiore all’85%, oppure se hai una FEV1 abitualmente inferiore a 50% del valore predetto. E’ considerato a rischio di ipossiemia da alta quota e quindi raccomandato di volare con un erogatore di ossigeno portatile, il malato che durante il test mostra una PaO2 nel sangue arterioso che scende al di sotto dei 50-55 mmHg (con una saturazione parziale dell’ossiemoglobina-SpO2-inferiore all’85%).
- Esistono dei parametri clinici o dei test per prevedere se corro il rischio di ipossiemia da alta quota?
Vi sono dei parametri utili per decidere sull’opportunità del volo: in alcuni Centri è possibile eseguire un test, chiamato test dell’ipossia inalatoria, che consiste nel far inalare in una cabina al malato per 20 minuti una miscela di azoto e ossigeno al 15%, ricreando quindi per breve periodo a terra la situazione in volo. È considerato a rischio di ipossiemia da alta quota e quindi raccomandato di volare con un erogatore di ossigeno portatile, il malato che durante il test mostra una PaO2 nel sangue arterioso che scende al di sotto dei 50-55 mmHg (con una saturazione parziale dell’ossiemoglobina-SpO2-inferiore all’85%).
- Devo avvertire la compagnia aerea?
Sì. La compagnia aerea è tenuta a fornirti un apposto erogatore (tipo “stroller”), purché la richiesta sia accompagnata da adeguata certificazione medica.
- Quale documentazione devo portare?
È bene portare con sé una relazione clinica rilasciata dal Centro di cura che riassuma la tua situazione clinica di base e le prescrizioni terapeutiche più recenti: possibilmente tradotta in inglese, se la meta del viaggio è fuori dall’Italia. Il tuo Centro dovrebbe anche darti indicazioni dei centri FC presenti nell’area del viaggio, oppure puoi cercarli tu su internet.
- E in tempi di emergenza da Covid-19?
Il consiglio è di fare riferimento al tuo medico e all’equipe del Centro, in qualità di professionisti affidabili e aggiornati sui rischi legati all’emergenza sanitaria.
Consigli per il viaggio
- Scegli di intraprendere il viaggio in un periodo di stabilità della tua salute: necessaria consultazione con il centro di cura
- Importante: porta con te tutti i farmaci necessari in quantità un po’ superiore a quella che prevedi di consumare nel periodo di viaggio; è possibile infatti che tu possa avere qualche difficoltà a reperire gli stessi farmaci nel luogo di visita, soprattutto se all'estero
- Se hai il diabete, non dimenticare l’insulina
- Se nel tuo piano di cura è compreso qualche tipo di aerosolterapia, occorrerà che porti con te il tuo nebulizzatore, con tutti gli accessori e con spine o riduttori elettrici adeguati al luogo di visita. Inoltre, porta anche l’occorrente per la quotidiana disinfezione
- Se soggiorni fuori dei paesi UE è consigliabile sottoscrivere una polizza assicurativa per il viaggio
- Prima di partire consulta il web per cercare l’indirizzo e i recapiti telefonici dei centri FC o degli ospedali più attrezzati della zona in cui devi andare
- Durante le ore di volo aereo mantieni le abituali terapie (mucolitici, antibiotici) e pratica il drenaggio delle secrezioni bronchiali
- Per quanto riguarda in particolare i paesi “esotici”, è necessario che fai attenzione all’eventuale clima caldo-umido (necessaria una ricca integrazione di sali per evitare la disidratazione), alla possibile contaminazione delle acque e degli alimenti, alle punture di insetti
- Indispensabile non dimenticare la supplementazione salina e di acqua se viaggi in stagione calda e se intendi muoversi parecchio
- Non va trascurata una qualche forma di fisioterapia quotidiana, finalizzata a liberare bene i bronchi prima di mettersi in moto
Fonti
- Luks AM and Swenson ER ” Travel to high altitude with pre-existing lung disease” Eur Respir J 2007; 29:770-92
- Borgo G, Buzzetti R, Mastella G et al. Fibrosi Cistica Parliamone insieme. Parte seconda: L’ADOLESCENZA Domande e Risposte. A cura di Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica - Onlus Italian Cystic Fibrosis Research Foundation.
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La Fibrosi Cistica (FC) è una condizione cronica e progressiva che richiede una gestione completa e multidisciplinare per garantire una qualità di vita migliore per i pazienti.